Come ogni anno, l’Area Studi Mediobanca ha pubblicato un’indagine sul settore vinicolo nazionale, condotto su 251 società di capitali italiane con fatturato 2020 superiore ai 20 milioni di euro e ricavi aggregati pari a 9,3 miliardi di euro, pari all’85,3% del fatturato nazionale del settore.
Il superamento della crisi internazionale portata dalla pandemia (anche se molti Paesi sono ancora interessati dalle misure anti-Covid) trova davanti a sé uno scenario molto complesso. L’aumento dei costi delle materie prime, le difficoltà dell’approvvigionamento e le conseguenze del conflitto in Ucraina, infatti, porta un aumento dei prezzi generalizzato che, frenando i consumi, pesa anche sulla fiducia globale e sui costi delle imprese.
Nonostante questa incertezza, lo studio indica che le aspettative dei produttori sono di una crescita del 4,8% per il 2022, che potrebbe toccare il 5,6% per la sola componente export. A spingere sono soprattutto gli spumanti (+5,7% i ricavi, +7,5% l’export), ma anche i vini fermi: +4,6% e +5,3% oltre confine.
Le aziende più fiduciose sono quelle che puntano alla vendita diretta e ai mercati europei, mentre più scettici sul futuro sono gli operatori esposti sul canale off trade (GDO e Retail), per il rischio inflazione. Infatti il commercio elettronico, intercettato per il 90% da piattaforme specializzate, ha fatto segnare nel 2020 una variazione positiva del 132,8% sul 2019. Ovviamente questo dato non può essere preso troppo in considerazione, visto che è stato sicuramente influenzato dalle misure anti-Covid che ci hanno portato a rimanere a casa e non poter comprare nel negozio fisico. Il 2021, secondo altri osservatori, conferma una stabilizzazione di internet nelle abitudini di acquisto con una crescita ancora significativa, pari al +40-50% circa.
In ogni caso in Italia, se si escludono le vendite online che transitano dai siti aziendali e da quelli della Gdo, oltre il 90% del wine e-commerce dei principali produttori viene intercettato da piattaforme online specializzate. La classifica dei main players in questo caso è guidata da Tannico, che nel 2020 ha registrato ricavi per 37,1 milioni di euro, in crescita dell’83% sul 2019. Aumenti in tripla cifra anche per Vino.com (+218,7%) che, superando i 30 milioni di euro, ricopre la seconda posizione e per Bernabei (+160,4%) a 25,9 milioni. Sopra i 10 milioni di euro anche il fatturato di Callmewine (12,4 milioni), in aumento del 93,3%. XtraWine, raddoppiando il proprio fatturato rispetto al 2019, supera i 7 milioni di euro mentre Winelivery si avvicina allo stesso importo dopo una crescita del 491,6%.
Dallo studio emergono anche due tendenze principali: la premiumizzazione dei consumi e la maggiore attenzione alla sostenibilità, che spiegano gli aumenti a doppia cifra dei vini iconici (+33,2%) e di fascia alta (+20,2%). Contenuti, ma comunque presenti, le crescite dei prodotti di base (+8,7%), i quali rappresentano, in ogni caso, la metà delle vendite complessive.
Il report completo può essere scaricato gratuitamente sul sito di Area Studi Mediobanca cliccando su questo link:
https://www.areastudimediobanca.com/it/product/il-settore-vinicolo-italia-ed-2022