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Cosa succede se si produce troppo vino? Il caso francese

Per la prima volta in diversi anni, sembra che l’Italia stia per perdere il suo status di principale produttore mondiale di vino. Questa posizione di primo piano sarebbe stata superata in termini di volume dalla Francia, a patto che le prime valutazioni riguardanti la vendemmia attualmente in corso, influenzata dalle temperature elevate, vengano confermate. Questo dato emerge dall’analisi condotta dalla Coldiretti, focalizzata sulla situazione della vendemmia attualmente in corso sia in Italia che in Francia. La Coldiretti mette in evidenza che ci si aspetta una riduzione del 14% nella produzione vinicola in Italia, stimata a circa 43 milioni di ettolitri rispetto ai 50 milioni registrati nella stagione precedente.

Al contrario, nonostante i danni causati dalla Peronospora e dalla siccità, le stime fornite dal servizio di statistica del Ministero dell’Agricoltura francese indicano che la raccolta delle uve in Francia dovrebbe variare tra 44 e 47 milioni di ettolitri, mantenendo una conformità con la media registrata nel periodo 2018-2022. Questo sviluppo potrebbe rappresentare un sorpasso storico in termini di volumi di produzione.

E i consumi?

Tuttavia, la Francia è anche confrontata con un altro dato rilevante: una significativa diminuzione della richiesta di vino da parte dei consumatori. Secondo le informazioni più recenti fornite dalla Commissione dell’Unione Europea, si è riscontrato un declino del 15% nel consumo di vino in Francia (e del 7% in Italia). Questa diminuzione nella domanda è avvenuta parallelamente a un incremento della produzione.

In Francia, questo surplus di produzione è attribuibile a diversi fattori, tra cui la diminuzione della domanda e l’aumento dei prezzi. Ma un fattore decisivo è legato ai cambiamenti nelle preferenze dei consumatori, che stanno mostrando una preferenza crescente per la birra artigianale rispetto al vino.

Le soluzioni

Per questo il governo francese ha deliberato l’allocazione di 200 milioni di euro (con un finanziamento iniziale di 160 milioni di euro dall’Unione Europea) per l’acquisto delle scorte eccedenti. Il surplus di vino prodotto verrà eliminato e trasformato in alcol utilizzabile per prodotti non alimentari, come prodotti per la pulizia e profumi.

Già nel giugno precedente, il Ministero dell’Agricoltura aveva annunciato l’assegnazione di 57 milioni di euro per sostenere l’abbattimento di circa 9.500 ettari di vigneti nella regione di Bordeaux. Ulteriori finanziamenti pubblici sono disponibili per incoraggiare i viticoltori a trasferirsi verso altre forme di produzione, tra cui l’olio d’oliva. Marc Fesneau, il Ministro dell’Agricoltura francese, ha spiegato che l’obiettivo è “contrastare la caduta dei prezzi del vino e aiutare i produttori a scoprire nuove fonti di reddito”, sottolineando inoltre “l’importanza dell’adattamento ai mutamenti dei comportamenti dei consumatori e l’industria vinicola che si proietta verso il futuro”. Il Ministro dell’Agricoltura ha spiegato che i finanziamenti saranno destinati a incentivare i viticoltori a diversificare la loro produzione, come ad esempio passando dalla produzione di vino a quella di olive.

In un panorama di cambiamenti e sfide, la volontà di innovare e ristrutturare emerge come fondamentale per il settore vinicolo. L’adattamento alle preferenze dei consumatori e la ricerca di sostenibilità economica si prospettano come le chiavi per preservare l’eredità millenaria del mondo del vino.